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Le Medicine Tradizionali
"Già nel 2010 l’Organizzazione Mondiale per la Sanità equiparava la Naturopatia (Medicina Naturale) alla pratica Medica"
Estratto di quanto detto: “Se praticata correttamente, la Medicina Tradizionale-Medicina Complementare e Alternativa (MT-MCA) può contribuire a proteggere e migliorare la salute e il benessere dei cittadini. L’uso appropriato delle terapie e dei prodotti della MT-MCA, tuttavia, richiede considerazione sulle questioni di sicurezza, sulla efficacia e sulla qualità. Ciò sta alla base della tutela dei consumatori e non è diversa, in linea di principio, da ciò che è alla base della moderna pratica medica“.
Descrivendola così: “In generale, la Naturopatia privilegia la prevenzione, il trattamento e la promozione della salute ottimale attraverso l’uso di metodi terapeutici e modalità che aiutino il processo di auto-guarigione, la vis medicatrix naturae.
L’approccio filosofico della Naturopatia comprende la prevenzione delle malattie, la stimolazione dell’intrinseca capacità di ristabilire la salute del corpo, il trattamento naturale di tutta la persona, la responsabilità personale della propria salute e l’educazione dei pazienti a stili di vita salutari.
La Naturopatia miscela la secolare conoscenza delle terapie naturali con gli attuali progressi nella comprensione della salute e dell’essere umano stesso. La Naturopatia quindi può essere descritta come la generale pratica delle terapie naturali della salute”.
Attualmente negli Stati Uniti la naturopatia è esercitata da laureati nella specifica materia. In Europa, la situazione più anticamente strutturata è quella tedesca, dove dal 1939 è riconosciuta una figura di naturopata che si chiama Heilpraktiker. Analogo riconoscimento in Svizzera (compreso il Cantone italiano). In alcuni Paesi (Inghilterra, Danimarca, Belgio, Paesi Bassi) vi è assoluta tolleranza verso la professione, in altri (Italia), invece, anche per l’ostilità dei medici, predomina un atteggiamento di chiusura.
In Inghilterra come in altri Paesi del mondo questa è una realtà che risale al 1800. L’Italia rimane sempre ultima.
In Italia
L’approvazione della legge n. 1934 “Disposizioni in materia di professioni non regolamentate”, da parte della Camera dei Deputati, dopo la precedente convalida al Senato, costituisce certamente il punto di arrivo di un percorso significativo nella promozione delle nuove professioni, tra le quali figura quella del Naturopata. Tuttavia alcune marginali variazioni introdotte, rispetto al testo originario, hanno causato un ulteriore rinvio (che ci si augura sia rapido) all’aula del Senato per la definitiva approvazione.
Intano in Toscana già da qualche anno c’è primo ospedale al mondo di medicina alternativa.
A questo scopo è stato scelto l'Ospedale “Petruccioli” di Pitigliano, in provincia di Grosseto, dove è possibile curarsi con agopuntura, fitoterapia, omeopatia e medicina tradizionale cinese accanto alla medicina classica. In questo modo, come ha dichiarato Fabio Roggiolani, Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale "finisce una guerra tra la medicina classica e le medicine complementari, che ha causato vittime solo tra i pazienti”.
L'Ospedale sta quindi subendo una graduale trasformazione con "l'inserimento di assistenti ospedalieri esperti nelle medicine complementari". I cittadini hanno la possibilità di scegliere, sia in corsia che nei servizi ambulatoriali, tra la medicina tradizionale e quella alternativa.
L'Omeopatia nel mondo
La cura omeopatica è oggi utilizzata in oltre ottanta Paesi nel mondo, principalmente in Europa, ma è presente anche in Sud America, India e Pakistan.
Nel corso degli ultimi trent’anni, si è anche sviluppata in Sud Africa, Tunisia e Marocco. In numerosi Paesi come l’India, il Messico e il Brasile è inserita nell’ambito del sistema sanitario nazionale, in altri, come l’Argentina, la sua pratica è autorizzata ma non legalizzata e in altri ancora, come Francia, Italia e Spagna, è diffusissima sia su prescrizione medica che con i classici e sempre più richiesti farmaci da banco.
In Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Canada, alcuni operatori sanitari, non medici ma qualificati sia da un punto di vista medico che ufficiale, come osteopati, naturopati e chiropratici, hanno la facoltà di prescrivere medicinali e in particolare medicinali omeopatici.
La Fitoterapia
Non ci furono re e imperatori che nel tempo non si interessarono delle piante medicinali. Cinesi, Egiziani, Ebrei, Fenici, Assiri.
Dopo Cristo fiorì la schiera dei latini.
Tra gli scrittori latini che ci portano sino ai nostri giorni Catone, parla di 120 piante medicinali con il De Re Rustica. Plinio il Vecchio, autore di Natutalis Historia formata da 37 libri, dedicati ai principi attivi delle piante officinali. Il gran medico Ippocrate, né elencò 200, assai dettagliatamente, tanto da farne testo sino al Medio Evo. I cinesi ne attribuiscono l’origine della fitoterapia al all’imperatore Shen Nung 3400 a.C., che sarebbe l’autore dell’erbario cinese, il Pen Tsao Ching, in cui sono elencate 237 prescrizioni. In seguito, nel 1590, venne pubblicato un grande catalogo di erbe medicinali in 52 volumi in cui sono descritte 1094 piante e ricette per 11000 preparazioni. Nel 1874, in Egitto, nella valle dei Re, fu trovato il papiro di Ebers risalente al 1500 a. C. Sul papiro erano descritte ben 876 ricette erboristiche. La fama degli erboristi egizi rimase intatta per molti secoli. Il fondatore dell’erboristeria occidentale, Pedanio Dioscoride, vissuto nel I secolo e il grande medico greco Galeno si recarono in Egitto per apprendere l’arte delle guarigioni.
Il concetto di pianta medicinale
L'organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel 1981 ha puntualizzato il termine di pianta medicinale, assegnandola ad ogni vegetale che contiene in una o più delle sue parti, sostanze che possono essere utilizzate per scopi terapeutici, sotto forma di preparati semplici, oppure, dopo averle isolate e modificate chimicamente, possono far parte di prodotti farmaceutici.
Con questa definizione si è voluto implicitamente rivalutare tutta una serie di piante, di norma conosciute, con l'espressione di piante ella medicina popolare, che costituivano fino a pochi decenni or sono la base della scienza medica, dimenticate poi con l'avvento successivo del consumismo indiscriminato dei farmaci di sintesi. Senza voler sminuire l'indiscusso valore di certi farmaci moderni, l'intervento dell'OMS ha avuto l'intendimento preciso di riassegnare alle piante medicinali le loro indiscusse funzioni in determinati settori della medicina, soprattutto là dove si richiedano terapie "blande" e prive di inconvenienti, che talune sostanze chimiche di sintesi possono arrecare.
Secondo i dati dell’Organizzazione della Sanità Mondiale, pubblicati, ancora oggi 2 persone su tre in tutto il mondo ricorre alla Fitoterapia. Gli Stati Uniti, nazione avanzatissima tecnologicamente, 1/4 dei farmaci prescritti dai medici contiene principi estratti dai vegetali. Anche in Europa, la Germania, utilizza il 70% delle consumate nel continente europeo. Una relazione del 1974 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandava che si doveva estendere e incoraggiare l’uso dei rimedi Fitoterapci alle popolazioni in tutto il mondo, per poter dare un’adeguata assistenza sanitaria.
"Per ogni malattia c'è una pianta".
La fitoterapia non è di certo una medicina giovane.
L’uomo appena uscito dalle caverne, ha sfruttato quello che la natura gli metteva a disposizione. Cominciò ad usare i frutti e piante per cibarsi e quindi a capire quali gli servivano per nutrirsi, quali per sentirsi meglio, quali gli davano un senso di ebbrezza, quelle che gli procuravano malesseri o addirittura la morte e quindi per difendersi.
I trattati delle varie civiltà in epoche diverse sono l’espressione di questa medicina complementare. Attraverso l'interesse di ritornare alla natura, i colossi farmaceutici, tramite i mezzi di comunicazione, hanno proposto in maniera inalterata o quasi le esperienze mediche del passato. Non ci furono re e imperatori che nel tempo non si interessarono delle piante medicinali. Cinesi, Egiziani, Ebrei, Fenici, Assiri.
Nel Medioevo, la tradizione erboristica fu preservata dai monaci.
L'interesse indiscusso per le erbe medicinali, da parte di tutti, nonostante gli indiscussi successi degli ultimi decenni, perché?
La classe medica, i pazienti, non è grata della gran massa di medicine sintetizzate dall'uomo. Gli effetti tossici di queste nuove potenti medicine immesse sul mercato, non soddisfano né gli né gli altri. Altra risposta può essere che in ogni modo dobbiamo alla natura i ritrovati più importanti. Pensiamo a tanti ritrovati, il chinino, l'unica ancora in grado di curare la malaria. Il curaro, uno dei più validi aiuti nell'anestesia. La morfina, antidolorifico. La penicillina, Tutti questi ed altri li devono alla natura.
Il fitocomplesso.
Seguendo quelle che sono le tecniche millenarie, utilizza tutte le sostanze presente nella pianta.
Il potere curativo è nella natura.
Vis sanatrix naturae.
A seguito di ricerche, per gli effetti indesiderati e collaterali delle sostanze chimiche di sintesi, si è arrivati alla conclusione che le erbe, rispetto ai farmaci sono più tollerate dall’organismo. La somministrazione dei farmaci comportano due effetti: uno positivo e uno negativo. Si deve quindi ogni volta valutare se il primo è superiore al secondo. Utilizzando le erbe, non si impiega mai un composto chimico. Con la fitoterapia si ha lo sfruttamento totale delle sue proprietà benefiche.
A riconoscimento dell’importanza assunta dalla fitoterapia, presso varie università italiane, sono stati istituiti corsi di ricerca e di specializzazione in fitoterapia, scienza e tecnologia delle piante officinali.